10/5/2013 - Relazione Gianfranco Lagostena al Congresso Region
PREMESSA
Impostare una relazione per una federazione atipica come la nostra è difficile perché sei tentato di partire dai problemi socio sanitari , dal Welfare e dai servizi, invece , care colleghe e cari colleghi , vi parlerò della situazione generale per arrivare poi ai problemi che ognuno di noi vive quotidianamente sulla propria pelle. Mi pare superfluo e soprattutto non propositivo soffermarsi sull’ autoreferenzialità.
In un congresso come si deve, bisogna anche tracciare un bilancio sull’attività sociale svolta dalla FNP , attività che rappresenta uno dei nostri obiettivi primari , affinché emerga nel modo più chiaro quanto sinora raggiunto in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi.
Mai come in questo periodo abbiamo vissuto una degenerazione della politica, una rissa continua, un degrado dell’etica che tocca tutti gli schieramenti tradizionali. Si vuole cancellare tutto ciò che è lecito con l’illecito tra privato e pubblico , tra pubblico e privato.
Le mele marce sono l’avanguardia di inquisiti , arrestati , sono l’avanguardia di persone che hanno trasferito risorse pubbliche a realtà private e personali, specialmente nei consigli regionali.
Le istituzioni hanno perso credibilità , si è fatta strada una specie di potere invisibile , astratto, impersonale ma feroce.
Questa, care amiche e amici, è la crisi della politica, della mala politica.
Confidiamo che il Parlamento recentemente eletto approvi con dignità una legge elettorale e che si attui finalmente una riforma della politica. Le elezioni, ogni volta diventino il momento sommo della democrazia e non , come è avvenuto in questi anni , un momento di intralcio , di nefandezze e menzogne.
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È legittima la speranza di uscire nei prossimi mesi da questa confusione generale per diventare finalmente un Paese normale , dove si varino leggi normali , si pratichi un Welfare normale, si assolvano finalmente doveri fiscali con equità e giustizia.
Caro Segretario , dirà qualcuno di voi, stai sognando , invece io dico che si può e si deve cambiare.
Non parliamo più della crisi , parliamo di cambiamento come sfida , parliamo di solidarietà , di sostenibilità, di felicità .
Vi faccio, un esempio, la Costa Rica, che nonostante sia solo al settantesimo posto quanto a PIL si conferma tra le Nazioni più felici al mondo lo hanno stabilito decine di Università di tutto il Pianeta. La Costa Rica dal 1949 non ha esercito, il novantacinque per cento dell’energia deriva da fonti rinnovabili , la durata media della vita è di 78,5 anni.
Certo , sono solo cinque milioni di abitanti, ma la Presidente Laura CHINCHILLA , politologa , porta in giro per il mondo il suo modello di sviluppo con un entusiasmo travolgente.
Non si tratta di essere anticapitalisti o anticonsumisti, occorre invece recuperare un patrimonio emotivo e culturale non quantificabile.
Nel dopoguerra i nostri genitori e poi noi siamo riusciti a fare diventare quella piccola ITALIA una grande potenza industriale e manifatturiera, economicamente competitiva perché erano ed eravamo pervasi da quel patrimonio emotivo e culturale del fare, del ricostruire e di affermare il nostro Paese all’attenzione del mondo.
Il denaro è importante per vivere guai a noi se come dirigenti sindacali sottovalutiamo questo aspetto ma il denaro deprezza il valore della solidarietà, dobbiamo avere il coraggio di dire che certe cose non hanno prezzo.
Dobbiamo ragionare in termini di valori assoluti, noi possiamo farlo, l’economia NO!
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Possedere oggetti non indispensabili, il secondo smartphone , il terzo televisore è in cima alla scala dei valori di molta gente e la corsa alla soddisfazione di questi bisogni toglie tempo e risorse ad altre fondamentali necessità : SALUTE – RELAZIONI –AFFETTI e AUTOREALIZZAZIONE.
E’ vero , il PIL e lo SPREAD misurano tutto “eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta” diceva Robert Kennedy 50 anni fa prima di essere assassinato.
Per questo c’è chi cerca parametri per calcolare il FIL (felicità interna lorda) o il BES (benessere equo e sostenibile) sigla, nota in Italia per iniziativa del CNEL e dell’ISTAT.
Riprendiamo con forza i valori per cui siamo nati, il sindacato è nato, ha vissuto, vivrà se riscoprirà i valori, i comportamenti trasparenti e corretti le vere priorità e le relazioni emotive con la famiglia, con l’ambiente, con la società.
Noi apparteniamo ad un sistema solidale, la FNP è un sistema solidale che produce maggiori benefici a costi più bassi, cerchiamo di minimizzare l’intermediazione del denaro.
Noi siamo per il cambiamento, ma quello vero. Mi chiedevo quando ero nel seggio, in attesa di votare: come possono risolvere i problemi se sono gli stessi uomini che gli hanno creati?
Perciò bisogna abbandonare convinzioni anche forti, obsolete, ma spesso non verificate.
Cari colleghi e care colleghe, siamo passati attraverso il male del terrorismo e dell’ubriacatura liberista, credo che riusciremo anche a passare al cambiamento che riguarda tutti.
Un proverbio cinese dice “se non cambiamo direzione, con tutta probabilità arriveremo dove siamo diretti” AL DISASTRO.
Noi invece crediamo che siamo ancora in tempo, è crescente l’attenzione per l’ambiente, la gente ha capito che così non si può andare avanti. La sostenibilità non è un astrazione, quando Jacques Delors (forse l’ultimo
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statista che l’Europa abbia avuto) quindici anni fa lanciò questo concetto, sembrava un marziano, ora il suo pensiero sta prendendo forma nelle coscienze.
Stanno crescendo nuove concentrazioni di idee, grandi manifestazioni di interessi nuovi, grazie alla rete sta crescendo una nuova letteratura.
Dobbiamo lavorare perché si affermi il concetto di trasformare la nostra società, il nostro modo di vivere.
Se vado a fare la spesa in bici anziché in auto, forse fatico, ma è più sano e mi fa bene. Consumare meno e in modo diverso può aiutare a vivere meglio, vedo auto elettriche e bici elettriche le nuove tecnologie ci aiutano a cambiare il nostro modo di vivere.
Io credo che l’economia etica non possa essere un elemento decorativo del BUSINESS: una parte dei profitti dedicata a mettere a posto la coscienza. Altro è l’etica della sostanza. Fare profitto e fare del bene non possono essere in alternativa. Guadagnare e migliorare la vita degli altri è possibile (penso alla banca etica): questa è la coerenza. Scopriremo che la consapevolezza può produrre utili.
Tanti giovani che hanno ideali e non sono accecati dalla follia dell’avere, stanno ragionando e lavorando in modo diverso, non cercano soltanto rapporti di interesse, ma rapporti umani.
Quelle parole che venivano dal NORD, la NEWAGE, puro folclore, noi siamo i pronipoti dell’UMANESIMO e di quella cultura rinascimentale tutta europea che ne fa parte.
Non c’è sviluppo in solitudine, bisogna tornare alla soddisfazione del lavoro ormai perduta. Il lavoro è fonte di angoscia perché non c’è e quando c’è devi accettare qualsiasi condizione.
Il benessere dell’altro è il mio, la mia responsabilità si estende a tutti quelli che sono toccati dalle mie azioni, i miei vicini di casa, gli operai della fabbrica dove stanno producendo il telefono che userò.
Ogni azione è globale, planetaria, per le imprese come per i singoli individui.
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Se comprendiamo questo,ci sarà più solidarietà ed un rapporto migliore con la natura e con gli esseri umani.
Stiamo vivendo un periodo difficile, incerto, al tempo stesso affascinante ed eccitante, pur consapevoli che la realtà quotidiana di milioni di giovani italiani ed europei è complicatissima.
AUMENTO DISUGUAGLIANZE
L’ impotenza della politica di questi ultimi 20 anni ha concepito manovre sbagliate, inefficienti e sostanzialmente inique, la globalizzazione disordinata ha creato crescenti, insostenibili disparità alimentando una reazione universale contro la disoccupazione, la povertà e le ingiustizie.
Nei Paesi cosiddetti ricchi ( dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri) la disoccupazione ormai ha raggiunto limiti insopportabili, le giovani generazioni si trovano senza futuro e noi anziani non riusciamo a mantenere il “ tenore di vita” che con grande fatica avevamo raggiunto.
Il predominio di una oligarchia della finanza senza regole ha esposto lavoratori, giovani e pensionati a rischi rovinosi, colpiti in maniera esponenziale da manovre che spudoratamente hanno risparmiato i ricchi.
Il Governo del Senatore a vita Monti ci ha salvato la faccia nel contesto internazionale ed europeo ma ha fatto delle riforme profondamente inique, ha penalizzato fortemente noi pensionati e non ha creato un posto di lavoro. Per non parlare della riforma pensioni, frutto di incompetenza e superficialità, vedi questione esodati.
La FNP e la CISL devono sfidare il nuovo Governo con proposte mirate per recuperare le risorse , via IMU per la prima casa, patrimoniale sui grandi patrimoni finanziari e immobiliari, riforma fiscale, tagli dei costi della politica e delle amministrazioni e una governance diversa per le municipalizzate, adeguamento delle pensioni al costo della vita attuato il più presto possibile.
La nostra etica diverge profondamente dalle affermazioni pericolosamente usate nell’ultima campagna elettorale , secondo cui le disuguaglianze tra gli
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uomini sono fatali e tutto sommato giuste perché confermate dal successo o dalla sconfitta nella competizione sociale.
La nostra storia consiste nel tutelare la dignità delle persone, del lavoro di fronte alla competizione senza regole, al crudo mercato in cui gli attori si presentano in una condizione di radicale disparità, noi pensionati siamo l’esempio più calzante, insieme , non scordiamocelo mai, ai senza lavoro e ai giovani.
Se nella nostra Organizzazione siamo tutti su questo orizzonte, credo possiamo continuare a batterci per cambiare le cose!!!!
Noi pensiamo che dobbiamo riflettere molto e meglio sul concetto di solidarietà, sulla base di una visione del mondo nuova , quasi sconosciuta.
Una visione nuova del mondo comporta un educarsi , un pensare, un comportarsi degli uomini come abitanti della Terra e non di singole parti. Solidarietà degli esseri umani, comprensione del diverso visto non già come insidia e minaccia, ma in quanto differente, come occasione di conoscenza e arricchimento.
Nei congressi di lega e poi di territorio si è manifestata la voglia di parlare della nostra terra ligure, di Genova, del Tigullio, di Savona - Imperia della Spezia per analizzare i problemi che ogni giorno i pensionati debbono affrontare e per verificare quello che abbiamo realizzato.
Il mio compito è facilitato poiché questa linea che vogliamo perseguire è fortemente consolidata nella FNP ligure, ma soprattutto dalla CISL Regionale, noi crediamo che il congresso abbia il compito di arricchire e completare.
L’invecchiamento della popolazione è un dato di fatto, i giovani più preparati portano le loro capacità fuori dall’Italia come si produrrà ricchezza in questo desolante contesto?
Come sarà il Welfare della Liguria in questa situazione? La Sanità ligure quali sbocchi potrà avere?
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Crediamo quindi che il nostro “essere “ sia molto basato sul “fare” dei giovani, tutte le statistiche collocano la Liguria all’ultimo posto tra le Regioni del Nord e spesso anche tra qualche Regione del Sud.
Per una Regione in difficoltà come la nostra, in una realtà italiana come l’attuale, non esistono molte strade per uscire dalla grande difficoltà, il pensiero va agli anni del dopoguerra , uscivamo dal terrore, dalla fame, dalla miseria, ma l’entusiasmo di fare era immenso , moralmente il Paese era sano,ora abbiamo perduto qualcosa perché la globalizzazione per noi è stata peggio dei bombardamenti degli alleati e poi dei tedeschi . Venendo a mancare l’entusiasmo di allora, ma soprattutto venuta a mancare l’etica e le riforme della burocrazia ci siamo trasformati in un Paese alla mercé di persone che si ripropongono a gestire il potere in modo indegno e malavitoso.
In Liguria non spetta a noi dire che cosa dobbiamo fare, senz’altro la Confederazione ci dirà , però una precisazione voglio farla, bisogna creare una modernizzazione dell’ambiente, per un’economia basata sulle piccole e medie imprese nel settore dei servizi , del turismo, delle attività alberghiere, marittime e portuali.
Queste cose vanno fatte e un ‘altra cosa che va fatta è dire basta al cemento tanto è ovunque, il cemento va usato per le grandi opere di cui questa Regione ha enorme bisogno.
ACCORPAMENTI REGIONALI ISTITUZIONALI
Infine nel fare, riteniamo necessario porsi la riforma istituzionale, ma una cosa spetta noi liguri: promuovere l’accorpamento della nostra striscia di terra con il Piemonte e la Valle d’Aosta.
Senza parole roboanti e volgari, e senza stupidità alcuna riteniamo necessario parlare di Federalismo attraverso una riflessione etico e politica organizzativa per costruire una vera riforma della Stato in senso Federale e Unitario con al centro un sistema di macroregioni in una Repubblica Federale.
Siamo partiti da studi e analisi svolti agli inizi degli anni ’90 , quando l’insorgere della Lega mise in discussione il sistema accentrato dello Stato.
Le esperienze in Europa e gli studi fatti portano a fare alcune valutazioni:
passiamo da più di 20 Regioni a 12 MACRO REGIONI.
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La Germania ha 16 Lander che sono l’equivalente delle nostre regioni , ma la Germania ha 83 milioni di abitanti con una estensione territoriale di 357.000 Km² , l’Italia ha 61 milioni di abitanti spalmati su 300.000 Km².
Ogni Regione (Lander) ha il diritto di darsi una propria Costituzione , ha un proprio Governo un Parlamento eletto ogni quattro anni, un Presidente del Consiglio e alcuni Ministri. Il Parlamento può emanare leggi regionali e decreti.
La Costituzione Regionale e le leggi e i decreti non possono in alcun modo andare in contrasto con le leggi Nazionali e la Costituzione Federale.
I Lander hanno le seguenti autonomie : SCUOLA - UNIVERSITA’ – CULTURA – POLIZIA – DIRITTO COMUNALE una parte del DIRITTO TRIBUTARIO.
I Comuni hanno le seguenti autonomie : TRAFFICO LOCALE- URBANISTICA- ISTRUZIONE PER ADULTI – POSSIBILITA’ DI IMPOSTE – COSTRUZIONI E MANUTENZIONE EDILIZIA .
L’Italia Paese lungo e stretto e molto variegato : 21 Regioni di cui 5 a Statuto Speciale – 130 Province e 8000 Comuni.
Esiste un fortissimo squilibrio tra le Regioni del Centro Nord e il Sud , sia in termini di popolazione che dal punto di vista economico commerciale , industriale e delle infrastrutture.
Nelle 13 Regioni del Centro –Nord (8 Nord- 5 Centro) risiedono 42.000.000 di italiani nelle 8 regioni del sud risiedono 19.000.000 di italiani.
Il prodotto interno lordo all’80% è dato dalle 13 Regioni del Centro-Nord.
Ecco perché è indispensabile fare gli accorpamenti realizzare lo STATO FEDERALE è praticare la sussidiarietà tra le macro regioni.
Se mi sono spiegato bene , avete capito che con il FEDERALISMO si disarticola la compattezza e l’uniformità dello Stato – Nazione.
Si riconosce il pluralismo delle realtà territoriali che sono chiaramente in un’azione di auto governo.
È un processo necessario auspicabile di avvicinamento alla realtà di riconoscimento delle diverse dinamiche che alimentano sistemi territoriali fortemente differenziati.
In un processo federalista si costituiscono nuovi livelli di potere e di regolazione , e questi livelli non possono che essere di carattere Regionale e sovra regionale , perché solo realtà sufficientemente estese possono dar luogo ad una effettiva azione di Governo.
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Lo studio più convincente resta quello della Fondazione Agnelli.
Camillo Sbarbaro , nostro grande Poeta definiva così la Liguria : “scarsa lingua di terra che orna il mare ……….”.
Proponiamo un Federalismo ragionato, fatto di conoscenza, di approfondimento, di condivisione, di convincimento. Insomma non si può cambiare i connotati di un Paese urlando, sparando frasi forti, volgari e spesso molto stupide.
Noi crediamo che l’accorpamento e lo Stato Federale siano l’occasione unica e vera per la riforma dello Stato nel senso della sua “funzionalità” in supporto alla domanda sociale , ma anche la condizione per dare spazi nuovi alla Politica. Si possono costruire le istituzioni politiche e democratiche adeguate a questa difficile situazione e possiamo così rispondere alle domande e alle incertezze di questa complicata e turbolenta fase di transizione.
WELFARE
Per Welfare e Sanità abbiamo raggiunto un importante accordo con la Regione , accordo unitario tra CGIL-CISL –UIL , noi pensionati e la categoria dei lavoratori del comparto.
Negli ultimi tempi si stanno verificando cose che credevamo non vedere più in Liguria : le barelle con i malati nei corridoi degli ospedali per mancanza di posti letto. Ancora una volta siamo di fronte a casi di malfunzionamento della Sanità e i giornali ben pensanti ci dicono che non possiamo più dare tutto a tutti, quindi l’universalità non ha più ragione di esistere.
QUESTO E’ IL CLIMA
Noi non crediamo che si risolvano i problemi con i tagli continui e indiscriminati.
Certo sono inaccettabili le gestioni disastrose , gli sprechi ed il malaffare , non è nemmeno accettabile il comportamento di medici che per apparire buoni prescrivono esami e controlli inutili e nocivi.
Il principio di salvaguardia non è quello di dare tutto a tutti ma di garantire tutto ciò che è necessario a chi davvero ne ha bisogno.
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Gli esempi più negativi ci arrivano dal Lazio e dalla Campania che da soli producono il 60 % del deficit sanitario italiano.
Nel Lazio le unità operative complesse sono 1600, quindi 1600 primari , all’ospedale Umberto 1° sono attivi venti laboratori di analisi , ne basterebbe probabilmente uno dotato di tutte le tecnologie e del personale necessario.
Sempre nel Lazio ci sono 74 posti letto nei reparti maxillo-facciale dove vengono curati 3700 pazienti all’anno , ci sono cinque centri per il trapianto di fegato che tutti insieme eseguono meno interventi dell’unico centro di Torino.
Potrei andare avanti ….
Invece di concentrarsi sui tagli indiscriminati che non tengono conto dei risultati , ci pare sia giunta l’ora di aggregare e integrare ; applicare i costi standard per tutti evitando la dispersione e attuando reti di collaborazione tra gli ospedali.
È ora di intervenire sui reparti più costosi come i centri trapianto , le cardiochirurgie , le neurochirurgie, stabilendo chi fa cosa e organizzando turni per le emergenze.
Il Governo dei tecnici ci ha ridato faccia e dignità in Europa ma ha creato discrepanze preoccupanti per i cittadini e in particolare per noi pensionati.
Un nuovo stato sociale non può essere quello delle code degli anziani alla ASL , non è tollerabile mettere sullo stesso piano grandi questioni come la salute, l’assistenza anziani , l’istruzione, le tariffe, il mancato ruolo e il significato della famiglia.
È vergognoso che il Parlamento non sia riuscito a portare in porto la legge quadro sulla non autosufficienza , noi siamo riusciti insieme alla Regione Liguria a raggiungere un’intesa per la non autosufficienza quindi per il 2013 siamo coperti, l’intesa riguarda sia la non autosufficienza che la sanità , anche se enormi problemi restano aperti , ad esempio, i grandi ospedali e il decentramento territoriale e i così detti filtri.
Sui medici di famiglia abbiamo fatto passi avanti con l’accordo firmato in Regione , penso che nei prossimi mesi cominceremo a vedere i risultati . Infine , da tempo in Segreteria stiamo valutando di costruire con il Nazionale un sistema mutualistico integrato con il sistema sanitario nazionale e regionale che dovrà restare UNIVERSALE . In Liguria esiste l’antica mutua
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Cesare Pozzo, società di mutuo soccorso per i servizi di integrazione sanitaria, la lega Coop ne ha da poco istituita una, staremo a vedere nelle prossime settimane.
In questo contesto bisogna cambiare radicalmente i metodi di risposta, la leva fiscale insieme a quella del lavoro diventa fondamentale , un nuovo Welfare Europeo passa attraverso una politica dei redditi con un fisco equo giusto e solidale in poche parole tutti debbono pagare le tasse per gli evasori ci sia la certezza della severità della pena.
NOI
Noi dobbiamo diventare una Federazione più aperta alla società nelle sue complesse articolazioni , abbiamo il problema della stampa, poiché “Conquiste dei pensionati” non sarà più pubblicato , occorre trovare una soluzione innovativa integrata tra Nazionale e accorpamenti regionali per radicare ulteriormente la FNP sul territorio.
L’idea di Bonfanti di costruire un dipartimento della comunicazione mi sembra interessante e da praticare , e molto positiva è stata l’iniziativa svoltasi a Firenze l’autunno scorso per costruire un “ALLEANZA” tra giovani e anziani alla ricerca degli strumenti più idonei per estenderla.
Care colleghe e colleghi , questo è il nostro tempo , l’età non è solo motivo di difficoltà , l’anzianità può trasformarsi in opportunità sociale.
Noi pensionati conteremo in misura crescente perché nei prossimi anni saremo ancora di più , in Liguria al 31-12-2012 eravamo 539.000 su una popolazione di 1.450.000 abitanti.
Quindi , a causa dell’andamento delle nascite , del calo della popolazione in età lavorativa, della crescente longevità, la popolazione anziana è in continuo aumento.
Questa tendenza induce la società a lottare contro le malattie e contro il dolore, porta ad un migliore stile di vita, si incrementa l’attenzione verso i problemi ambientali.
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Si credeva che il progresso tecnico , e lo sviluppo economico fossero infiniti, ma la recessione e l’aumento della popolazione terrestre(siamo quasi 7 miliardi) ha destabilizzato il pianeta.
Il Prof. Cingolani, noto scienziato ricercatore, sostiene che la terra con 3 miliardi di esseri viventi che egli definisce “parassiti” è già al top, lascio a voi le riflessioni conseguenti.
Occorre progettare, come dicevo all’inizio, una “SOCIETA’ NUOVA” capace di decrescere economicamente , senza traumi , nella tutela dei diritti sociali e civili e qualità della vita.
Ciò comporta il ridimensionamento di molti miti industriali, economici , finanziari ed il recupero di alcune dimensioni smarrite di vita collettiva.
Ognuno di noi, quando è passato dal lavoro al pensionamento ha sperimentato su di sé il significato concreto della decrescita ed ora noi, e non altri , siamo in grado di mettere a disposizione questa nostra esperienza dell’intera società.
Nessuno più di noi può comprendere il dramma di questi giovani, di cui si fanno carico in tantissimi casi i nonni con la propria pensione.
Nella famiglia il numero delle persone da prendersi in carico è in costante aumento.
Da qui un ulteriore considerazione per gli anziani e per i giovani : battersi congiuntamente , pretendendo un Welfare adeguato ai nuovi problemi imposti dalla decrescita demografica e da mercato del lavoro.
SERVIZI
Un Paese il nostro molto, molto carente sui servizi alla persona. Le organizzazioni sindacali e le associazioni del volontariato cercano di rispondere a questa carenza dello Stato, non sempre noi riusciamo ad essere efficienti ed efficaci come dovremmo.
I servizi per noi pensionati sono essenziali perché aiutano gli iscritti a muoversi nella giungla burocratica di questo Paese e aiutano la Federazione a fare proseliti e quindi nuovi iscritti.
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Onestamente dalle assemblee non sono emerse critiche rilevanti, in particolare riguardo al CAF , sul resto , a iniziare dal patronato, si può e si deve fare di più e , consapevoli che le risorse sono quelle che sono, occorre giocare sulla razionalità, sul coordinamento , sulle sinergie : tutto ciò significa mettere i servizi a sistema, significa costruire un progetto che coinvolge la CISL Ligure tutta. Un progetto graduale dunque per avere un’ unica utenza per i telefoni , un’unica utenza per l’informatica , un’unica utenza per la posta elettronica e così via.
Uno scambio di posizioni di lavoro tra i diversi servizi favorirà e faciliterà , la funzionalità degli sportelli e la conseguente soddisfazione dell’utenza.
L’INAS è un servizio della CISL che si configura giuridicamente come “Istituto di patronato”.
I patronati sono regolamentati da una legge ad hoc, 152/01. Non sono quindi una S.r.l. come il CAF e neanche un’associazione come l’ANOLF né tantomeno un sindacato come il SICET.
Il primo aspetto che la legge impone è l’univocità della struttura, quindi deve esserci un unico rappresentante legale (il Presidente) , un unico centro di costo (il bilancio nazionale) , un unico datore di lavoro (la Sede centrale).
Questa caratteristica è la sola nel mondo dei servizi CISL. Ciò non toglie che non si possa organizzare il patronato in maniera più o meno “federata”.
Le risorse economiche sono versate dal Ministero direttamente alla Sede centrale in base alle quote di mercato raggiunte ogni anno, la quale provvede, dopo averne trattenuta una quota per il proprio funzionamento , a ridistribuirle alle regioni, che a loro volta le distribuiscono ai proprio territori.
Per i trasferimenti alle regioni ,il parametro di ripartizione è stabilito dalla presidenza , il coordinatore regionale stabilisce quello per la distribuzione ai territori. I fondi trasferiti servono solo per le spese di funzionamento delle strutture; gli stipendi, i contributi , gli interessi passivi del conto corrente unico, la formazione nazionale, sono costi a carico della sede centrale.
Il Responsabile ha il compito di organizzare il lavoro degli operatori , stabilire i turni e gli orari, organizzare il funzionamento degli uffici.
Anche questi pochi compiti devono essere giustamente pianificati insieme ad altri soggetti della CISL: categorie, FNP, UST, altri servizi, ecc.
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Il differente livello decisionale,quello territoriale per tutti i soggetti CISL , e quello centralizzato per l’INAS, porta , a volte, a incomprensioni tali da indurre qualcuno a pensare che le scelte o le non scelte fatte dal Responsabile INAS siano solo dovute a miopia o scarso senso di collaborazione e di appartenenza all’Organizzazione.
Lasciare questo tipo di modello potrebbe dimostrarsi una lama a doppio taglio. Infatti , oggi, in caso di crisi di produzione e quindi di ricavi , la struttura che si trova con il bilancio in rosso diluisce il proprio passivo nel bilancio nazionale e non ha preoccupazioni di sorta se non di ridurre possibilmente i costi di funzionamento. Mentre , se si scegliesse di federare i ricavi , cioè ognuno si prende ciò che produce, anche tutti i costi e/o debiti resterebbero sul territorio. La domanda da porsi è: in un caso del genere chi pagherebbe gli stipendi dei lavoratori?
La regionalizzazione dell’INAS , pur impraticabile da un punto di vista giuridico, può attuarsi da un punto di vista organizzativo. Ci vuole la volontà politica e una visuale dei servizi adeguata ai tempi.
Si deve fare un grande sforzo organizzativo per portare tutti i servizi della Regione ad operare in uniche strutture, ciò , oltre che a creare economie di scala, fornirebbe all’utenza un migliore utilizzo di tutti i servizi senza costringere le persone a girovagare da un ufficio all’altro.
La convivenza avvantaggerebbe anche gli operatori stessi che avrebbero modo di scambiarsi informazioni in tempo reale e aiutarsi a vicenda, facendo vera sinergia.
Le aperture o le chiusure degli uffici periferici dovrebbero essere sempre concordate preventivamente con tutti i Responsabili dei vari servizi per fare in modo che si muova e si presenzi un ufficio tutti insieme, sacrificando anche in qualche piccolo ufficio periferico per creare dei grandi poli di servizi moderni, efficienti e completi.
Il cittadino che entra in questi uffici , prima di tutto entra alla CISL, dove potrà trovare subito tutte le risposte ai propri problemi.
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In un modello organizzativo simile, ognuno deve svolgere un ruolo di collaborazione e supporto ai servizi
Noi pensionati possiamo svolgere le accoglienze “qualificate” nelle Sedi dove si può effettuare un forte proselitismo , nelle sale di attesa verso coloro che stanno aspettando il proprio turno, penso ai delegati delle categorie per un intermediazione tra l’iscritto e l’operatore del servizio interessato portando direttamente le pratiche già pre-lavorate.
E’ necessario installare un numero telefonico unico per tutta la CISL con centralini istruiti per smistare correttamente tutte le telefonate.
Infine si deve creare la figura di un Coordinatore Regionale dei servizi che conosca a fondo le esigenze, gli obiettivi e le norme che regolano ogni servizio.
Una figura super partes con grandi qualità organizzative.
Il giusto sarebbe che un Segretario Regionale a tempo pieno pratichi la Governance dei Servizi.
Anche il ruolo dei responsabili INAS deve basarsi su un’impronta di maggior responsabilità e autonomia, pur sempre con il controllo, le indicazioni e la guida della Sede centrale, il Responsabile deve poter assumere decisioni e scelte veloci e più flessibili.
ANTEAS
Una realtà speciale è ANTEAS (un ringraziamento particolare a tutti i suoi volontari) la Segreteria ed io pensiamo che bisogna andare oltre, Anteas dovrà diventare il promoter dell’anzianità attiva nelle nostre comunità , perché lo stare insieme, essere protagonisti di un progetto è determinante alla realizzazione di se e quindi al benessere delle persone in questa fase della vita.
La FNP è un potenziale importante per Anteas. Anteas merita un pensiero lungimirante , l’invecchiamento attivo attraverso il volontariato organizzato degli anziani, l’associazionismo, la pratica della solidarietà e l’educazione permanente sono i valori che debbono responsabilizzarci come individui e come collettività.
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Gli obiettivi che dovremo perseguire: la nostra intera società è costretta ad adattarsi alle esigenze della popolazione che invecchia, ma dovrà anche affrontare le nuove sfide per altre fasce d’età in modo che tutte le generazioni saranno in grado di continuare a sostenersi e vivere insieme ed in armonia.
Anteas non è solo assistenza alla sofferenza, è anche svago, iniziativa culturale, turismo, mi pare che la strada sia tracciata, si tratta ora di percorrerla alla grande e di divulgare il più possibile il ruolo di questa importante associazione.
La Formazione – Le Donne – l’Organizzazione e l’Unità
Dobbiamo fare uno sforzo per affermare sempre di più e meglio la contrattazione sociale locale che credo rappresenti uno dei maggiori impegni della nostra Federazione, la contrattazione può essere lo strumento di tutela della condizione anziana, di miglioramento delle condizioni di vita e della qualità dei servizi , e di un più equo carico fiscale complessivo. L’intesa con l’ANCI , la verifica dei giorni scorsi concorreranno a sorreggere e guidare la contrattazione locale, dobbiamo riuscire ad affermare uno sviluppo negoziale territoriale significativo e incisivo.
Siamo convinti che uno degli strumenti essenziali alle politiche di sviluppo della Fnp sia certamente la formazione di quadri dirigenti territoriali, di zona e di lega. Certo , i mutamenti , la precarietà della situazione economica e politica sollecitano sempre più l’impegno dell’Organizzazione a tutela della condizione anziana valorizzando motivazione e incrementando le conoscenze del gruppo dirigente. Non a caso troverete in cartella un protocollo sottoscritto da noi insieme all’Università di Genova rappresentata dal Professor G.B. Pittaluga. Nel 2012 abbiamo promosso un corso su 3 moduli settimanali per 15 donne , dobbiamo però lavorare ancora e molto.
LE DONNE
I dati sulla partecipazione e sulla presenza negli organismi e nelle realtà territoriali evidenziano che si può e si deve fare di più. Le donne sono già
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attive nel volontariato nell’Anteas, nei servizi,accoglienza, sportelli, collaborazione Caf, spesso promotrici di iniziative culturali e ricreative.
La presenza femminile è invece scarsa nelle leghe e nelle Segreterie. La disomogeneità delle responsabilità a livello dirigenziali conferma la necessità di attivare processi culturali e organizzativi al fine di promuovere un riequilibrio di rappresentanza ed una maggiore valorizzazione della componente femminile all’interno dell’organizzazione.
Noi chiediamo alle donne di qualificare la loro presenza e la loro partecipazione per realizzare condizioni di pari opportunità andando oltre la mera applicazione delle norme statutarie.
Questo processo può essere perseguito considerando prioritari i seguenti obiettivi:
- Diffondere e potenziare i coordinamenti nelle zone, leghe, anche ai fini del proselitismo femminile.
- Sviluppare un’ ampia partecipazione delle donne all’elaborazione e alla gestione delle politiche organizzative, rivendicative e di servizio della Fnp.
I coordinamenti per essere efficaci devono ricercare una sempre più stretta collaborazione con le segreterie ai vari livelli per monitorare le situazioni locali e per elaborare progetti realizzabili e condivisi, chiarendo i percorsi da seguire i vincoli da rispettare ,le risorse su cui contare, i momenti di verifica da effettuare.
Dobbiamo anche verificare e intervenire sui fattori di criticità che possono limitare la partecipazione femminile creando condizioni strutturali favorevoli, quindi conciliazione dei tempi e diversificazioni delle modalità di lavoro.
L’UNITA’
L’ennesima ricostruzione di una prospettiva unitaria consiste nel ricreare punti di convergenza sul merito dei problemi che gli anziani vivono, e tante volte pagano sulla propria pelle.
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Certo , le sfide che abbiamo davanti imporrebbero un sindacato forte , coeso, rappresentativo, un sindacato che dovrebbe uscire dall’ambiguità del rivendicazionismo comunque. Verifichiamo se la concertazione ha ancora validità o se occorre fare qualcosa di nuovo , il nuovo per noi potrebbero essere i modelli del Nord Europa ed in particolare di quello Tedesco.
Dobbiamo chiarire il ruolo strategico da assumere poiché le diversità , le grandi lacerazioni che esistono sono quasi sempre il frutto di una diversa concezione del RUOLO DEL SINDACATO.
Comunque noi pensionati cercheremo di rafforzare il rapporto unitario perché abbiamo bisogno di risultati e i risultati si ottengono se le tre organizzazioni della CISL-CGIL-UIL trovano nel merito delle problematiche quella sintesi che ci renda interlocutori credibili dalle istituzioni a tutti i livelli.
CONCLUSIONI
Mi avvio rapidamente alla conclusione, tengo a sottolineare che volutamente ho tralasciato tantissimi problemi ma la relazione in un congresso rappresenta la traccia per un confronto più ampio e libero. Siamo portatori di valori e non di interessi particolari, siamo un organizzazione , la FNP della Cisl ,che cerca di mantenere e di ricostruire una convivenza su scala regionale e nazionale molto più giusta di quanto a volte possa trasparire . Rimaniamo dunque una forza capace di esprimere un vero pluralismo , una forza che dia respiro alla partecipazione e sia in grado di legare la nostra politica ai problemi reali della gente.
Vedete, care amiche e cari amici, lo stato di benessere di una grossa parte dell’Europa e di tutto il mondo occidentale genera la “cultura” del consumismo ed il consumismo è un pericolo subdolo che ci chiude gli occhi ai problemi delle fasce deboli che inevitabilmente esistono accanto ad altre che hanno la possibilità di produrre ricchezza.
Anche da noi, accanto al benessere, convivono emarginazione, solitudine, nuove povertà, disoccupazione. Sono emarginati quegli anziani cui le istituzioni non garantiscono servizi efficienti, sono emarginati quando gli spazi in cui sono costretti a vivere la loro vecchiaia non offrono che solitudine e desolazione.
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La famiglia monoreddito con stipendio basso e uno o due figli appartiene alla categoria dei poveri poiché in questo strano Paese la famiglia, il nucleo stabile non usufruisce di quasi nessuna tutela o agevolazione sia sociale che fiscale, perché questo è il Paese dei furbetti, le elezioni delle settimane scorse hanno dimostrato però che il 70% degli italiani non vuole vivere nel Paese dei furbetti.
Con la buona volontà i problemi possono risolversi ma debbono cambiare le regole e le istituzioni, deve cambiare il modo di fare e concepire la Politica. E’ questo il grado di allarme che tantissimi giovani e non hanno lanciato.
Anche noi, la nostra confederazione, le confederazioni dobbiamo cambiare! Non si può essere fermi agli anni 80, il mondo è cambiato, bisogna adeguarci agli anni che stiamo vivendo, dobbiamo acquisire e fare nostri il senso della SOLIDARIETA’, della GIUSTIZIA, della DIGNITA’ della PERSONA, della EQUITA’.
Secondo noi sono questi i valori base per una società più giusta, libera, degna di essere definita civile.
In una regione piccola come la nostra, dove la cosiddetta società del benessere ha provocato disparità enormi, l’indifferenza rischia di travestirsi di falso altruismo e l’egoismo può mascherarsi di pietismo o giustizialismi pericolosi.
Il mondo dei pensionati e il mondo del lavoro non può , non deve essere segnato da queste ipocrisie. Per questo c’è bisogno della partecipazione degli uomini, delle donne , ma di una partecipazione effettiva , non di facciata o subordinata ad altri interessi. Vogliamo la partecipazione perché le istituzioni possano mutare segno; dobbiamo affermare i nostri valori e dare nuovo impulso anche al nostro modo di essere uomini, donne, sindacato.
Da questo congresso ben partecipato, a partire dalle leghe, dovrà uscire un gruppo dirigente stabile ed omogeneo , che lavori per il futuro ,che mantenga un confronto franco sulle scelte politiche , sul territorio e nell’assetto futuro dell’organizzazione, mi riferisco anche agli accorpamenti delle province e in futuro delle federazioni.
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In poco meno di due anni alla guida della Fnp ligure, ho fatto un’esperienza fondamentale, ho apprezzato l’impegno e la lealtà degli amici della Segreteria, ma sarei scorretto se non dicessi di una grandissima parte dell’Organizzazione . Nella Cisl , nella Fnp l’azione collettiva è sempre stata sorretta da un forte impegno personale .
Per tutto questo, nonostante le difficoltà la nostra è un’ Organizzazione viva perché è fatta di militanza libera e creativa sia per cultura che per concezione politica.
Voglio, e concludo davvero, ringraziare tutti i delegati , invitati e colleghi delle altre Organizzazioni.
A volte, care amiche e amici, possono nascere insoddisfazioni sul modo di vivere il lavoro, nel sindacato e così anche nella Fnp per superare ciò è indispensabile:
ACCETTARCI PER QUELLO CHE SIAMO
DIFFERENZIARE I RUOLI VALORIZZANDO TUTTI
GARANTIRE UNA REGIA PER FARE SQUADRA
Se ognuno di noi vuol fare tutto si ottiene poco.
Dobbiamo stare nella Fnp non sentendoci dei sacrificati o degli eletti, dobbiamo fare sindacato mantenendo viva la motivazione della nostra esperienza, allora si che questa potremo trasferirla ad altri . Noi abbiamo provato a fare questo, tanti di noi l’hanno fatto. Proviamoci tutti insieme
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